La lotta è sacrificio: lo sciopero dell’On. Figuccia per dire no al sistema

«Se so che ho una cosa grave e so che esiste, non mi preoccupo, me ne occupo».

Con questa forte citazione Marco Pannella parlava della sua politica, delle sue lotte, dei suoi ideali e dei suoi non-ideali, dei suoi scioperi. Gli scioperi appunto, quelli che lo hanno consumato, lo hanno anche reso vulnerabile agli occhi dei media ma incredibilmente forte per i garantisti di mezzo mondo.

figuccia

Da Pannella abbiamo appreso che certe battaglie non possono restare inascoltate. Bisogna occuparsene appunto. Come sanno i grandi, quelli che hanno fatto la storia, da Gandhi a Marthin Luther King fino a San Francesco, l’idea si fa “carne” e noi stessi diventiamo col nostro corpo, ciò che pensiamo, ciò in cui crediamo. In questa metafisica dell’ideologia, Pasolini fu maestro. Noi siamo ciò che comunichiamo. Anche se spesso nella percezione questo viene assolutamente travisato.

A Palermo ormai da diversi giorni un uomo, che è anche un deputato regionale, che è soprattutto un libero pensatore, coerentemente liberale, coerentemente ribelle, protesta col suo corpo quello che nelle aule preposte all’ascolto del parlato, hanno sobriamente epurato da tempo.

La lotta e la ribellione contro il sistema “del cerchio magico”, contro quell’eco-mostro di cemento e vittimismo che è il Governatore Crocetta, che porta un nome si religioso come Rosario ma è ben lontano dalla fede. In compenso si fa pregare tanto ma poi alla fine, lui, non ascolta. Non argomenta. E quindi le battaglie o diventano grandi o restano inascoltate, accantonate, barattate sul bancone dell’ipocrisia. Qualcuno, secondo me, doveva farlo. Doveva gridare in silenzio, doveva mostrarsi in strada, doveva sacrificare tutto, carne, idee e parole.

L’Onorevole Figuccia è onorevole nel suo sforzo, nel suo cammino. E noi siamo accanto a lui. Perché mentre tutto cade tra le macerie, mentre tutto è a pezzi come nei libri di Italo Calvino, lui è lì, metà buona del Visconte dimezzato, come nel cammino di Santiago, come il Santiago di Hemingway, lui resiste. Perché la sua lotta è anche il suo corpo. E solo una forte fede può plasmare una scelta simile. L’On. Figuccia ha smesso di nutrirsi di cibo e ha iniziato a sentire il bisogno di mangiare idee e protesta, come solo i grandi sanno fare. E lui per me è un grande. E’ il Cassius Clay di Palermo.

“Perché dentro un ring o fuori, non c’è niente di male a cadere. L’errore è rimanere a terra.”

Federico

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