Quella forza femminile che guarda al futuro

Le donne sono fatte per essere amate, non per essere comprese, decantava Oscar Wilde. Non sono più tanto d’accordo con questa bella affermazione. Oggi dobbiamo comprendere l’universo femminile, in rapida ascesa, in rapida metamorfosi, rispetto a un mondo lacunoso di diritti ed equità.

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Il tasso di inattività in Italia, ossia chi ha smesso di cercare lavoro o non lavora, è del 36,2% ma tra le donne si alza addirittura al 46,6% contro il dato maschile del 25,5%. Quasi il doppio.

Le differenze esistono, ce lo dice l’Istat. Secondo l’Ocse poi, sul macro-dato, qualora il divario di genere venisse colmato del 50%, il Pil aumenterebbe del 6%. Una vera ricchezza per il nostro futuro, se solo tornassimo ad investire su quella che sembra essere una chimera: la parità di genere. Ne avevamo parlato qui.

La sinistra ha pensato bene di eliminare il Ministero per le pari opportunità, dicastero che con il Governo Berlusconi è stato ben rappresentato da Mara Carfagna. Siamo circondati nel nostro partito di donne a cui va il mio augurio di poter tornare protagoniste: Annagrazia Calabria, Stefania Prestigiacomo, Michela Brambilla, la stessa Mara Carfagna.

Hanno fatto più loro all’opposizione per le donne, che non quel manipolo di raccomandate renziane, dalla Madia (voluta dal Presidente Napolitano, già fidanzata del figlio), alla Boschi (di cui tutti sappiamo l’eredità nefasta del padre banchiere).

Tornando allo scenario sociale, aumentano in taluni casi le disparità: gli uomini impiegati guadagnano il 12,4% in più delle colleghe donne. Il gap nello stipendio dei dirigenti è dell’11,9% e in aumento rispetto all’anno precedente. Ma non parliamo solo di percentuali. La percezione è che la donna sia ben lontana dal raggiungimento dei suoi diritti. Ecco perché la festa della donna deve tornare ad essere un’occasione di riflessione, non solo di svago, seppur giusto. Dobbiamo tornare a pensare alle donne come una categoria da valorizzare, non solo da proteggere. Da esse dipende il nostro futuro e il futuro dei nostri figli.

Federico Raineri

 

 

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