Brexit, Sicilexit e quel legame calcistico tra balle e palloni

Da due giorni si parla solo di Brexit. Qualche giorno fa la Gran Bretagna ha scelto, mentre lunedì, ossia ieri, l’Inghilterra è uscita dal Campionato Europeo di calcio, battuta dall’Islanda (nazione che aveva già espresso la sua volontà di uscire dall’Europa).

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Alla Spagna non è andata meglio. Dopo le ennesime elezioni che non hanno certo assicurato un nuovo governo stabile – anche se a differenza di quelle di dicembre c’è un margine maggiore per Rajoi – anche la Spagna è stata eliminata dall’Europeo. Eliminazione ad opera della Nazionale Italiana guidata da Conte. Anche qui c’è un sottile legame, in quanto la nuova legge elettorale – Italicum – che sarà effettivamente legge solo se passerà il referendum di ottobre, è molto simile a quella spagnola.

Una legge elettorale che ha rivelato tutti i suoi limiti e difetti. L’unica differenza con quella italiana è il secondo turno  che non evita il pericolo di portare ad avere una maggioranza bulgara, un partito – o coalizione – incapaci di rappresentare una reale maggioranza di elettori. In Spagna ciò si traduce in un governo affidato a chi ha il 30% dei voti e in Italia potrebbe succedere lo stesso, anche col ballottaggio, che come sappiamo portano al voto sempre pochi elettori. Un grave vulnus di democrazia insomma. Ecco perché a ottobre bisogna votare convintamente no, per fermare questa riforma imposta e oscurare l’Italicum.

E poi Renzi – che ha sposato questo referendum come Cameron in UK – rischia quindi di tornarsene a fare il Sindaco (forse). Lo stesso Massimo D’Alema, leader di una certa sinistra, ha ammesso che la riforma costituzionale voluta da Berlusconi – e poi franata al referendum – era molto meglio di quella che Renzi ha presentato di recente alle Camere. Renzi sta quindi giocando una partita che potrebbe rivelarsi drammatica per il suo entourage. E a me non dispiace affatto perché considero quello renziano un governo fatto di bolle di sapone. E se uscire dall’Europa è uno scenario da scongiurare, forse è proprio il contrario.

C’è bisogno di più Europa per risolvere il dramma immigrazione, la crisi dei mercati artigianali e della piccola imprenditoria. E mentre la Brexit alimenta il clima anti-europeo, la verità viene oscurata. Quel patto scellerato tra Crocetta e Renzi per cui Roma si tratterrà tutte le tasse siciliane, non restituendo ai nostri Comuni più di 300 milioni di euro l’anno.

La Sicilia sempre più fuori dall’Italia, l’Italia sempre più fuori dall’Europa. Questione di referendum, questione di possesso “balle”.

Federico

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