Altro che Buona Scuola, Renzi gioca a fare il bullo

Ecco la fiducia anche sulla Buona Scuola. Renzi va avanti a spallate, altro che young sembra più un diktat-dipendente. Un bullo da salotto. L’istituto della fiducia (stravolto) servirà anche a tenere uniti i vari Alfano, Verdini e Bersani, ma questo asse ultra-terreno rischia di franare su sé stesso.

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Qualcosa nel Paese sta cambiando, ci si sta accorgendo che mentre i 5 Stelle sbagliano – ops, sono umanoidi anche loro – e il Pd insegue le aule di tribunale per l’alto livello di corruzione interno, i moderati sono ancora una valida alternativa agli “anti-sistema” riciclati. Sarebbero forse anti-sistema i Salvini e la Meloni che hanno alimentato loro stessi il sistema che intendono perseguire? Non voglio spingermi su incauti sentieri, però Renzi continua a impallinare la democrazia. La Buona Scuola, lo avevamo già detto su Tempostretto presenta diverse criticità.

Per esempio l’abrogazione del potere dei presidi di confermare o meno i docenti dopo tre anni. Un potere di questo tipo, in un Paese come il nostro, significa un alto rischio di gestione clientelare. E con quali criteri si effettua la selezione? Troppi i condizionamenti possibili, a partire da quelli campanilistici. Non si può condizionare così la libertà d’insegnamento. Con una ricaduta sul diritto d’apprendimento degli studenti.

Lo stra-potere del preside di premiare i docenti meritevoli, con criteri peraltro arbitrari e con il rischio che si crei una “corte” di amici, e che vengano penalizzati i docenti “non allineati”.

Abbiamo parlato su Facebook dell’alternanza scuola-lavoro – un vero flop – con l’assurdo obbligo di 200 ore nei licei e 400 nei tecnici e professionali. Un limite fisso troppo rigido che costringe le scuole a soluzioni improvvisate, come quella di mandare gli studenti nelle parrocchie. L’alternanza funziona se fa parte di un percorso formativo, e ogni scuola dovrebbe poter costruirsi il proprio.

Questa riforma poteva essere migliorata, poteva essere riscritta, poteva essere partecipata. Peccato, il renzismo-bullismo ha attecchito in aula ma fuori è tutta un’altra storia…

Federico

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