Il turismo a rilento: il Sud da volano a gamba zoppicante

Spesso passano in sordina le occasioni per parlare di rilancio del Sud. Spesso si parla delle conseguenze della crisi economica e politica, ma nessuno si interroga sui motivi del disastro. Il turismo è una finestra sulla gestione a due velocità di questo Paese.

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Nella foto uno scorcio di Cefalù in provincia di Palermo

Secondo i dati del Corriere della Sera, i turisti in Italia arrivano principalmente da Germania (28,3%) Francia (7,4) e Regno Unito (6,2). A parte i visitatori tedeschi in aumento – chi disprezza compra evidentemente – tutti gli altri sono in calo.

4 stranieri su 10 se ne vanno dall’Italia insoddisfatti. 1 giapponese su 3 si lamenta dei trasporti e questo incide sul suo giudizio finale dell’Italia. La spesa media pro capite a visitatore è calata del 35% in poco più di 10 anni. In Italia si sta smettendo di fare turismo. Mentre in Germania l’incidenza del turismo sul Pil – quindi in quantità ricchezza prodotta – è di ben 130 miliardi, da noi è quasi la metà: 76. La permanenza non va meglio, si è passati da una media di 4,1 giorni nel 2001 a 3,6 nel 2015.

Ma sapete il vero dato drammatico di tutta questa storia? Soltanto il 12,2% dei turisti che visitano l’Italia si sofferma nelle Regioni del Mezzogiorno! Il 71,5% dei turisti si concentra in Veneto (addirittura il 20%), Trentino, Lazio (Roma è Roma), Toscana, Lombardia (effetto Expo trainante).

E questo nonostante i 18 siti Unesco patrimonio dell’umanità presenti al Sud, su un totale di 51 sparsi in tutto il Paese. Al Sud abbiamo quasi la metà delle ricchezze paesaggistiche e storiche del Paese ma da noi arriva appena 1 turista su 10.

Questo è il vero dramma ed è da qui che bisogna ripartire. Il modello toscano, il modello Veneto, il modello Expo Milano vanno importati al Sud. Una rete di agenzie, imprese, enti territoriali, musei e associazioni che lavorano in perfetta sinergia al fine di creare i presupposti per far arrivare i turisti e farli restare più tempo possibile. L’Italia dello stivale è praticamente zoppa. Perché si trascina una gamba ingessata che, se venisse ripristinata, potrebbe ribaltare i numeri suddetti. Un Sud a pieno regime turistico potrebbe triplicare il numero di visitatori, generando ricchezza e posti di lavoro.

Certo poi se parliamo di enti che chiudono per 50 centesimi, riserve naturali al collasso, trasporti praticamente ridicoli e fondi europei che tornano indietro per la mancanza di programmazione abbiamo anche la spiegazione dei numeri drammatici. Invertire il processo vuol dire salvare il Sud. Servono politiche serie e lungimiranti, bilanciate e programmate, motivate e partecipate. La condivisione con agenzie e imprese è l’unica vera occasione per il Sud di ripartire. La prova più forte che Renzi, questo Sud, lo ha abbandonato. Ma i turisti no, loro non possono abbandonare le nostre bellezze. Ne vale il futuro della nostra intera generazione.

Federico

 

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