Lettera a Enzo Sindoni e al coraggio che fa la differenza

Oggi non sono tante le occasioni per parlare di politica e farlo con un sorriso di gioia, figuriamoci farlo con un senso di rammarico.

Eppure una di queste occasioni l’ho percepita insieme a tanti altri amici del comprensorio, che erano lì quel sabato sera per ascoltare l’ultimo comizio del Sindaco di Capo d’Orlando, Enzo Sindoni.

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Un comizio che sapeva di saluto e suonava come un arrivederci. Perché Enzo l’ha ribadito più volte che agli orlandini non volterà le spalle. Semplicemente, per citare lui, si chiude un ciclo e se ne aprirà un altro. Speriamo, certo, all’insegna del percorso tracciato in questa accesa e delicata campagna elettorale.

Io non sono di Capo d’Orlando, mi sento comunque parte di questa comunità perché la frequento da anni e da anni qui coltivo molte delle mie amicizie, personali e professionali. E sono contento di essere cresciuto tra queste bellissime contrade baciate dal sole e rincorse dal mare. Una città che nel “ventennio” di Sindoni ha conosciuto veramente una bellissima storia d’amore tra presente e futuro. E il Sindaco ha messo la sua faccia e le sue spalle per fare da garante ai cittadini. Perché, vedete, l’essere eroi vuol dire avere coraggio. Una parola che si sente dire parecchio di questi tempi nei vari Comuni interessati dalla competizione elettorale. Ma il coraggio lo possediamo tutti e non fa di una persona normale necessariamente un eroe. C’è una frase molto bella a tal proposito del poeta Emerson che recita:

Un eroe non è più coraggioso di una persona comune, ma è coraggioso cinque minuti più a lungo.

In altre parole fa la differenza. Capo d’Orlando è la differenza. Sono quei 5 minuti in più di cui parla Emerson. E’ quel coraggio di osare, di superare i limiti, anche quando ci si rimette di tasca propria e si perdono magari pezzi di identità. Sindoni ha sempre messo avanti la sua comunità e probabilmente è arrivato stremato a questa tappa finale. Avrà avuto i suoi momenti difficili. Eppure io quel sabato ho visto nei suoi occhi gioia e tristezza inseguirsi. La prima emozione è frutto del lavoro conseguito nella consapevolezza che questa città è finalmente un riferimento turistico importante per tutta la Sicilia.

Tristezza perché questo Sindaco così umano, così straordinario, nonostante le lotte e le battaglie, le ferite e le cicatrici, ha ancora voglia di combattere e lo si percepisce. Mi ricorda un po’ la storia di Franklin Delano Roosevelt, il grande Presidente americano fautore del New Deal. Anche lui amato, anche lui rieletto più volte – quattro, tanto da motivare poi un dibattito sul limite delle rielezioni – e anche lui rimpianto per tanti anni a seguire.

L’emozione è la stessa per Enzo e se è arrivata a me e ai tanti cittadini del comprensorio, che vivono Capo d’Orlando di riflesso, vuol dire che quest’uomo, dopotutto, ha superato la barriera di Emerson ed è entrato nelle nostre case, nella nostra storia, nella nostra memoria positiva. E per un politico, di questi tempi, non è davvero facile.

Ecco perché questa lettera, da giovane desideroso di far politica, alla costante ricerca di sempre più difficili esempi da trovare sul territorio. Eppure esiste, la buona politica. “Eppur se move” questa galassia così gattopardesca. Nessuno lo metta in dubbio. Perché da Palazzo Satellite a Palazzo d’Orelans l’auspicio è scontato.

Grazie Enzo. Alla prossima avventura.

Federico

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