Donne e disparità, rimbocchiamoci le maniche noi uomini

molestie-mobbing1Per una volta il tema non sono le adozioni, gli omosessuali, la famiglia tradizionale, l’infanzia, l’economia. Per una volta il tema sono loro: le donne.

Con un tasso di occupazione nazionale stimato sul 56% (tra 15 e 64 anni) l’indice si abbassa a 47 per le donne contro il 66 per gli uomini. Peggio per il tasso di inattività: sul dato generale del 36,2%, per la donna scendiamo al 25,6 contro il dato maschile del 46,6. Quest’ultimo dato mi preoccupa molto perché comprende chi non lavora e chi non cerca lavoro, per vari motivi tra cui lo studio o la famiglia.

In provincia di Messina, secondo i dati Istat del 2010, gli iscritti all’Università sono 29.428 di cui le donne sono più di 18 mila. A fronte di 4.624 laureati in provincia, 3.013 sono donne. Questo vuol dire che le donne sono altamente istruite nel nostro territorio, in un rapporto di 3 a 1. Eppure non trovano poi sbocchi professionali, chi per scelta, chi per scelta forzata, a causa delle disparità. E chi lo trova non sta certo messo meglio. Secondo il Rapporto Thomson della Reuters Foundation, una donna su due subisce molestie sul posto di lavoro almeno una volta nella sua carriera.

Mi sembra un quadro nettamente drammatico. Pensate che in Parlamento siedono pochissime donne, nel rapporto di 2 a 10 con gli uomini. Non cambia nelle organizzazioni professionali. Le donne sono più qualificate degli uomini, ma vengono premiate meno e hanno difficoltà concrete nel far carriera. Nel 2016 questo muro omertoso va distrutto. La donna ha il diritto di essere sè stessa, prima ancora di essere “famiglia” e prima ancora di essere madre. Dobbiamo iniziare noi uomini ad alzare la voce, a proteggere le donne che sono e saranno sempre il nostro futuro, il capitale più importante su cui vale la pena di investire. Fare il primo passo è il segnale che serve alla società. Rimbocchiamoci le maniche, per una volta facciamolo per loro, non per noi.

Federico Raineri

 

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