Provate ad andare sul sito di Trenitalia, inserite i dati di partenza (una qualunque stazione della provincia di Messina) e indicate Roma come destinazione. Escludendo le costose cuccette, che hanno ormai superato gli oltre 80 Euro a letto, gli unici intercity partono da Reggio Calabria.
Cosa vuol dire? Che dovrete arrivare alla stazione centrale di Messina, attendere il traghetto – o l’aliscafo – scendere poi a Villa e raggiungere la stazione. I tempi medi ovviamente si allungano perchè è impossibile trovare le coincidenze. Gli aliscafi spesso partono ogni 45 minuti (se non ogni ora) i treni poi portano ritardo e mai anticipo, per non parlare dei regionali siciliani, quelli che, se controllate le iscrizioni accanto i bagni, altri non sono se non i vecchissimi intercity anni 80′. Alla faccia del vintage. Quanto ci vorrà dunque, da Capo d’Orlando, per arrivare a Roma col treno? Circa 10-11 ore.
Il programma di Trenitalia di restyling delle linee veloci, le Frecce, è un bello specchietto per le allodole. Le Frecce rosse partono solo da Salerno e Napoli, le frecce bianche da Reggio Calabria e siete fortunati se trovate posto già a una settimana dalla partenza, dato che non sono moltissime e frequenti. La beffa è poi che visto le ripetute fermate, le Frecce diventano “freccette” perché alle 23 tocca fare la fermata – voluta forse dal politico locale – ad Aversa piuttosto che a Sapri. Spesso non sale nessuno. Insomma le 5 ore necessarie a coprire il mezzo stivale salgono a 7. Antonio invece, studente fuori sede vecchio stampo, per salire a Roma partendo da Barcellona P.G. dovrà prendere un regionale che fa almeno 7 fermate prima di raggiungere Messina, prima di raggiungere il porto, prima di raggiungere Villa e il suo “ultraveloce” freccetta bianca.
E questo succede da circa un anno, da quando cioè Ferrovie per il suo piano di rientro, ha tagliato gran parte di quei treni che collegavano, direttamente e tramite traghettamento, l’Isola allo stivale. La situazione non è neanche cambiata col nuovo anno, anzi. All’inganno la beffa, l’ennesima. Sul nuovo contratto di fornitura tra Regione e Ferrovie – decisamente a vantaggio di queste – non si è proprio toccato l’argomento traversata ma si è parlato di un aumento dei prezzi dei biglietti del 5%. Non ci saranno più biglietti a chilometraggio – cattiva notizia per i pendolari – ma si potranno acquistare direttamente nelle ricevitorie Sisal (ennesima marchetta statale). Così per il vostro infinito viaggio transcontinentale, potrete rivolgervi al vostro edicolante di fiducia. Meno treni, più ritardi, più costi. Grazie Renzi, grazie Crocetta, grazie Accorinti. E soprattutto grazie Ferrovie, sempre più invalida alternativa all’aereo…
Federico Raineri