Da Sant’Alessio a Capo d’Orlando: tanti i monumenti chiusi al pubblico

Sono opere, castelli, attrazioni, riserve. Sono decine nella sola provincia di Messina e hanno un valore inestimabile perché millenarie o semplicemente perché rappresentano bellezze paesaggistiche da far invidia a mezzo mondo.

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Sono i tesori siciliani troppo spesso interdetti al pubblico, per mancanza di fondi o per inettitudine politica. Cancelli chiusi, cartelli di incerto pericolo, catenacci privati e quant’altro. Il 18 aprile scorso abbiamo parlato per esempio, di Villa Piccolo che tra l’altro è ancora chiusa al pubblico nonostante l’ennesima promessa di Crocetta.

Vi sono poi parchi e riserve inaccessibili, monumenti fatiscenti, immobili dall’inestimabile valore artistico. E’ il nostro patrimonio, la garanzia che per il nostro domani ci sarà sempre un tetto su cui investire, ossia le nostre ricchezze culturali. Come il Castello normanno di Capo Sant’Alessio. Anche quello interdetto al pubblico per chissà quale motivo. Il vecchio faro di Milazzo per esempio, risulta chiuso al pubblico perché “zona militare” peccato non si vedano militari da almeno 20 anni. Un luogo magico con un panorama mozzafiato che potrebbe divenire un museo del mare.

Ed è stupido rispondere con la più classica delle manfrine, ossia “meglio che restino chiuso al pubblico altrimenti i turisti la rovinano”. Ed è invece l’esatto contrario. Le strutture abbandonate potrebbero facilmente riprendere vita se mantenute quotidianamente efficienti e funzionali. Ma di cosa ci meravigliamo? Ormai di nulla. Un governo regionale incapace di gestire rifiuti e sanità non potrà certo avere la lungimirante visione turistica che in molti ci chiedono, dentro e fuori l’Isola. Alzate la voce, suonate più forte. O resteranno solo le macerie delle macerie.

Federico

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