Il bullismo a scuola: dati e proposte per combattere questo fenomeno

L’altro giorno leggevo di un caso grave di bullismo che ha riguardato un bambino inglese di quattro anni, deriso da altri bambini perché indossava delle calze con disegnati dei cuoricini. Per chi crede infatti che il bullismo riguardi solo gli adolescenti ha preso proprio un bell’abbaglio. Ce lo dice l’Istat che conferma “all’aumentare dell’età diminuiscono i casi di bullismo.”

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Ecco i dati dell’ultima indagine dell’Istituto Statistico nazionale: nel 2014 poco più del 50% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni ha subito qualche episodio offensivo, non rispettoso e/o violento da parte di altri ragazzi o ragazze nei 12 mesi precedenti. Il 19,8% è stato vittima assidua di azioni di bullismo, cioè le ha subite più volte al mese, e per il 9,1% gli atti di prepotenza si sono ripetuti con cadenza settimanale.

Le prepotenze più comuni consistono in offese con brutti soprannomi, parolacce o insulti (12,1%), derisione per l’aspetto fisico e/o il modo di parlare (6,3%), diffamazione (5,1%), esclusione per le proprie opinioni (4,7%), aggressioni con spintoni, botte, calci e pugni (3,8%). Il Nord sembrerebbe più colpito del Sud, tuttavia non mi sbilancerei poiché potrebbero incidere altri fattori, come per esempio la mancata denuncia o il tentativo di nascondere gli episodi.

Una proposta che mi sembra interessante ci arriva dal vice-capogruppo in Regione Friuli-Venezia-Giulia di Forza Italia, il consigliere Rodolfo Ziberna che in un comunicato odierno osserva come i tentativi puramente educativi non bastano più. Libri, corsi, convegni e lezioni, non sono più sufficienti. Ziberna propone lavori socialmente utili presso associazione di volontariato per chi si macchia di questo baby-crimine.

Mi trova assolutamente d’accordo. Il bullo non smetterà di esserlo solo perché lo si invita a leggere un libro. Servono provvedimenti disciplinari forti poiché sempre più spesso, le conseguenze sono drammatiche e i casi di suicidio da bullismo sono in aumento proprio tra gli adolescenti e pre-adolescenti. Inoltre i nuovi fenomeni del cyber-bullismo hanno messo ulteriore benzina sul fuoco: sono circa il 5,9% gli adolescenti che ammettono di esser stati vittima di vessazioni via sms, email o sui social network.

Le ragazze sembrerebbero più colpite degli uomini. Dinanzi a questi gesti di inciviltà e di cattiva tolleranza non possiamo restare a guardare. Noi di Forza Italia Giovani vogliamo promuovere delle campagne di sensibilizzazione all’interno delle scuole, perché crediamo che un’attenta analisi non possa prescindere da una buona lotta di prevenzione sul fenomeno. Imparare ad ascoltare e a tollerare sono le armi con cui combattere il bullismo. E se non dovesse bastare tanto vale usare i lavori socialmente utili per rieducare.

Restare a guardare non si può. Se anche tu hai la tua storia da raccontare, scrivici su segreteria@federicoraineri.com oppure usa l’hashtag #federicotiascolta

…ribellarsi è il primo passo per trovare amici pronti a difenderti.

Federico

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