I ritardi delle adozioni in Italia: un mondo al rovescio

12626123_10207294009501753_1517690872_nCapita di sollevare una polemica, altre volte capita invece di anticiparla. Vi ricordate quando abbiamo segnalato su questo blog i problemi annessi ai ritardi delle adozioni?

Oggi il Corriere se ne occupa con una intera pagina mentre Sky Tg 24 ci fa un servizio, tutta roba che vi riporto di seguito. Quello che mi colpisce è che hanno dovuto aspettare il rinvio del DDL Cirinnà per accorgersi di questi problemi? Esistono da anni. Pensate che a causa delle difficoltà annesse alle pratiche di adozione, le domande di idoneità sono praticamente dimezzate: nel 2004 erano 8.274, nel 2014 sono stati appena 4.015. Nel 2008 c’erano 3.977 bambini adottati mentre nel 2015 sono stati solo 2.100. Questo a fronte delle oltre 10 mila coppie in attesa di poter adottare un figlio – ed arrivano ad aspettare anche 3 anni – e dei 1000 bambini che, secondo le comunità ospitanti, potrebbero essere adottati oggi stesso.

L’unico partito che si è accorto di questo problema è stato Forza Italia, per bocca dell’On. Michela Brambilla, Presidente della Commissione parlamentare per l’Infanzia. Troppe burocrazie, troppi costi per le adozioni internazionali. Gli enti più “economici” sarebbero in Albania, dove si arriva a spendere circa 10 mila euro per una pratica di adozione. Un mondo al rovescio, dove chi ha amore da donare deve persino pagare per farlo, dove i bambini che hanno bisogno di una famiglia, invece, aspettano anni in strutture di comunità a causa della solita burocrazia. Due settimane fa avevo già lanciato la provocazione durante il convegno a Palermo sulle Unioni civili, promosso dall’On. Vincenzo Figuccia di Forza Italia, al quale avevo infatti preannunciato che non ha senso occuparsi di quei bambini che già hanno almeno un genitore – la stepchild – e si fa spallucce rispetto quei bambini che aspettano di averne due e ad oggi non ne hanno neanche uno!

Federico Raineri

 

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